La vittima, Ranjeet Bains

Video– di Cristiana Boni, Reggionline, 11.02.2022

Luzzara. “Negli ultimi mesi mio marito era perseguitato in fabbrica dai due fratelli Singh. Angherie, minacce. Un incubo. Una situazione che non riuscivamo a spiegarci, forse una sorta di invidia perchè Ranjeet era in gamba sul lavoro, più esperto e considerato di loro”. E’ distrutta e non sa darsi pace la moglie dell’operaio indiano di 38 anni Ranjeet Bains, morto lunedì pomeriggio per le conseguenze di un assurdo pestaggio all’interno della ditta “QuattroB” nella frazione luzzarese di Codisotto. Le parole strazianti della donna – la trentanovenne Gagandeep Kaur- ci arrivano tramite l’avvocato Mauro Intagliata, che tutela i familiari della vittima: oltre la moglie e i due figli (Simona di 4 e Samar di 9 anni), anche i genitori (che stanno arrivando dall’India) e il fratello. “Sulla ragione di tanta violenza – si limita a dire l’avvocato Intagliata- faremo le nostre indagini, cercheremo di approfondire i motivi. Non si può morire in questo modo. Vogliamo chiarezza anche sulle cause di morte e intendiamo nominare un nostro consulente che segua l’autopsia. Pensiamo che sia stata fatale un’emorragia interna”.

L’aggressione

Mentre le indagini dei carabinieri di Luzzara assieme ai colleghi della compagnia di Guastalla vanno avanti, Charanjit e Paramjit Singh, intanto, sono in cella. Arrestati lunedì sera poco dopo la tragica morte dell’operaio di 38 anni, sono accusati di omicidio preterintenzionale in concorso. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori coordinati dal sostituto procuratore Giacomo Forte, i fratelli Singh- che hanno 41 e 40 anni, indiani, residenti a Suzzara (Mantova)- non solo avrebbero aggredito l’uomo a colpi di calci e pugni, ma gli si sarebbero avventati addosso anche con una pala, con la quale l’avrebbero colpito almeno tre volte alla testa, al collo e alla schiena. Ma si parla anche di altre lesioni procurate con oggetti metallici che non sono ancora stati compiutamente identificati, all’addome e gamba. Quello che i carabinieri hanno provveduto già a porre sotto sequestro è una pala, della lunghezza di 1,63 metri, trovata nei pressi del luogo dell’aggressione. Secondo chi indaga potrebbe essere stata usata nel pestaggio.

Gli indagati

Qualcosa in più su cosa ha infine provocato la morte di Ranjeet Bains lo stabilirà con esattezza l’esame autoptico. Perchè le condizioni dell’uomo, che una volta soccorso era apparso cosciente, sono rapidamente precipitate mentre sul posto erano già arrivati i carabinieri e i mezzi di soccorso. E’ morto in ambulanza, per quello che per il momento il medico legale ha identificato come un arresto cardio-circolatorio dovuto al violento pestaggio subito. Gli accertamenti necroscopici non ripetibili sono già stati disposti dal pm Forte; domani ci sarà l’udienza per il conferimento dell’incarico al medico legale. Ovviamente, tutte le parti hanno titolo per nominarne uno proprio. E oltre alla famiglia della vittima, che attraverso l’avvocato Intagliata ha già annunciato che lo farà, è probabile che lo faranno anche Paramjit Singh, difeso dall’avvocatessa Annalisa Guano, e Charanjit Singh, difeso dall’avvocatessa Caterina Caldarola e Jenny Loforese. Per le legali, ieri non è stato possibile interloquire con gli indagati. Entrambi non parlano italiano, ma solo la lingua punjabi. Già oggi gli avvocati faranno richiesta per poter incontrare i loro assistiti con un interprete, in modo da confrontarsi in vista dell’interrogatorio davanti al gip.

Il movente

I carabinieri sono al lavoro attraverso l’ascolto delle testimonianze per cercare di capire che cosa abbia spinto i due uomini alla violenta aggressione. Quale sia, cioè, il movente di un pestaggio così brutale da aver causato la morte di un uomo. Tutto porta a pensare a qualcosa che sia legata al mondo del lavoro. Le parole della moglie della vittima indirizzavo verso questa direzione. E in questo senso si muovono gli accertamenti di chi indaga su quanto accaduto. Rnjeet Bains, in Italia da oltre 20 anni, era assolutamente integrato, benvoluto sul lavoro così come nella vita quotidiana a Motteggiana (Mantova). Ciò su cui si sta indagando è il rapporto che aveva con i due colleghi, che al contrario di lui lavoravano con un contratto a termine.

di Tiziano Soresina e Elisa Pederzoli, Gazzetta di Reggio, 09.02.2022